Traduction italienne de Trafic hanoien

Publié le par Ða&Da 4000

Il traffico di Hanoi
di Dadarno, Vietnam
(traduzione di Buràn)

Il traffico di Hanoi è impressionante!
Le cifre? Ho due numeri.
Il primo è duecento. Corrisponde al numero degli autobus nel 2001.
Il secondo è ottocento. Oggi.
Nel 2006 - vale a dire in cinque anni - il numero degli autobus è quadruplicato. Guidare in città offre lo spettacolo di una società in pieno boom di sviluppo. La sicurezza stradale qui è uno scherzo infinito. Un gioco.

Ho detto dei trasporti pubblici, ma il mio interesse si sposta giorno dopo giorno sui mezzi di trasporto individuali.
Il vietnamita è maestro del metro cubo.
Un metro cubo di pacchetti di patatine equivale a un metro cubo di latte, di olio o di casse per i polli. Un metro cubo resta sempre un metro cubo e il vietnamita lo sa bene.
La movimentazione volumetrica del tutto in una strada affollata non costituisce problema. Funziona. Nulla può fermare un Viet nelle sue consegne. Non ha importanza il peso delle merci. Se anche eccede il peso del guidatore, l'importante è l'equilibrio del coccige sul sellino.

La scomodità non è un criterio decisivo quando l'autoctono è incaricato di portare a compimento la missione "portarsi al punto B per fornire tre maiali sventrati".
E' il loro mestiere, quello di gestire un quintale! Caricare, stipare, riempire: non ci sono limiti.
"Vedi forse tu un limite al Cielo? E' uguale: forse che il Cielo deborda?".
E poi: "Ho gli elastici, tu non sai che ho il potere di mantenere la mia piccola azienda grazie ai miei elastici", vi risponderà il xe om .

Il xe om è facile da riconoscere nella folla, poiché è l'unico che vi chiama da lontano al grido di: motorbike, motorbike!
E' un mototaxi, ma è soprattutto qualcuno che trasporta di qua e di là tutto e nulla.
Bene, tornando all'elastico: l'efficacia del caucciù nero è qualcosa di sorprendente. C'è una resistenza diabolica in questo materiale.
Mi si consente di sostenere che forse il suo unico equivalente possa individuarsi nella resistenza vietnamita agli aggressori?
No, khong duoc . Non è possibile osare questo paragone.
Tuttavia, se calcolate la fragilità dell'edificio-metro cubo di patatine e considerate l'impresa un po' troppo azzardata, è perché avete dimenticato la sottile arte di tendere l'elastico.
Non c'è nulla di approssimativo: le forze, la resistenza dei materiali, l'indice di flessibilità sono calcoli prossimi al micron vietnamita.
L'arte di tendere consiste nel potere di fissare il volume sulla superficie del sellino.
Quest'equazione applicata al motorino somiglia a una chitarra. Il caucciù teso sul telaio tra le due ruote assomiglia alle corde di uno strumento accordato sui toni del volume delle merci. Suona in modo perfetto.
Ciò di cui racconto è la mia colonna sonora quotidiana dello spettacolo di Hanoi. Ho a che fare con degli artisti, ne apprendo il linguaggio.
Non mi dilungo sul concerto di clacson 24 ore su 24. E' molto lontano dalla melodia spielbergiana di Incontri ravvicinati del terzo tiop o sebbene io abbia talvolta l'impressione di essere su Marte quando ascolto i Viet suonare.
Non si tratta di cacofonia, mi abbandono alla pienezza del trasporto comune.
Accanto ai lavoratori che raggiungono il punto B, dunque, ci sono gli esteti in tournée. Mi limiterò solo a citare il più bell'esempio del genere: la vendita per corrispondenza velocipedica di pesci rossi.
Sono necessari una bici e venti sacchetti-acquario. All'interno dei sacchetti il sole scintilla. E' una meraviglia.
Osservando la sistemazione di questi sacchetti gonfi d'acqua, dimentico Calder e le sue fredde, moderne sculture. I pesci rossi si sistemano come frutti luminosi sulle estremità di una mazza da scopa.
Sono belli come i molteplici seni della dea Demetra... ma qui mi sto distraendo, attenzione! Qualcuno gira senza freccia, un altro arriva contromano. Si passa con il rosso? Con il verde? Già non lo so più.

E mi ricordo, per contro, che l'ultima volta che il Vietnam ha vinto una partita di calcio, si poteva passare al semaforo rosso con la bandiera nazionale. La vittoria stellata era il loro lasciapassare. Ci si poteva anche arrestare in pieno incrocio per sventolare la bandiera maoista.
Un cliché rivoluzionario non ancora dimenticato, un'immagine in cui i sostenitori tendono il braccio patriottico verso il simbolo.
No, no, nulla di nazi. Rivoluzionari, sì, ma solo appassionati di calcio. Un po' somigliante alla Zattera della Medusa di Gericault, ma gioioso! tre metri quadri di tessuto rosso con la stella, mica un triste fazzolettino.
Un po' il Delacroix delle banconote francesi, nello spirito. Forse comunque un po' inquietante.

La circolazione è una corrente ininterrotta costituita per l'80% da moto. La popolazione di Hanoi conta oggi più o meno 4 milioni di abitanti. La Con Ty Ban Do, società statale delle carte geografiche, stima il numero in poco più di tre milioni, al 2004.
Sia quel che sia, la circolazione è fluida.
Quale che sia l'imprevisto, ciascuno gestisce la situazione. La si gestisce a prescindere dal veicolo e dalla situazione. In un ingorgo, si gestisce la propria respirazione prima del motore, la gente indossa mascherine.
Si va dritti, succeda quel che succeda, come una fila indiana di formiche. Alcune trasportano foglie, molte si muovono nello stesso senso. A volte si agglutinano per guardare un incidente e valutarne i danni. Come un sassolino nella circolazione: vero sangue urbano.

Testo segnalato da: Buràn ( en lire plus dans Tricot, un liens y est )

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